A cosa serve l’archistar in città

Lontanissimi i tempi in cui estetizzanti architetti iniziavano a intuire, confusamente quanto efficacemente, le contraddizioni dello sviluppo industriale nel suo pieno dispiegarsi ottocentesco, iniziando quel percorso critico che avrebbe portato, attraverso le discontinue tappe della landscape architecture e della convergenza con alcune discipline sociali e sanitarie, all’affermazione dell’urbanistica moderna. Piuttosto lontani e superati (nonostante le…

Urbanistica, arte, politica (1946)

Tra i faceti detti del dr. Arbuthnot, celebre esperto di definizioni, ve n’è uno che merita un breve cenno, soprattutto perché è efficace citarlo in un’assemblea di architetti: «quel che importa – diceva il dottor Arbuthnot – è che la pianificazione non sia mescolata con la politica». Solo il cielo sa quanti piani generali siano…

Cittadini e partecipazione nella pianificazione urbanistica (1950)

Se paragoniamo il costruire una città all’indossare un paio di scarpe, possiamo illuminare alcuni aspetti della partecipazione dei cittadini alla pianificazione. È molto più facile che le scarpe calzino bene se si sono prese le misure di chi le porta: allo stesso modo l’urbanista farebbe bene a consultare la gente per la quale pianifica. Chi…

Ritratti dell’urbanista da giovane (4)

L’unità di vicinato Il tema della ricostruzione scientifica, studiata a tavolino, degli elementi comunitari smarriti nei processi di inurbamento o decentramento, merita di essere trattato, anche se brevemente, a parte. Come la regione è lo spazio di interazione tra programma economico e pianificazione territoriale, la dimensione del quartiere rappresenta d’altra parte l’incrocio tra i temi…

Ritratti dell’urbanista da giovane (3)

Se è vero che nell’immediato secondo dopoguerra la ricerca degli urbanisti si orienta soprattutto verso l’innovazione, molto resta da realizzare sulla scorta di quanto elaborato ed accumulato nei lustri precedenti. Le Corbusier, da par suo, non perde l’occasione per ricordare che non c’è alcun bisogno di cercare nuove dottrine, ma lavorare nel solco di quanto…

Ritratti dell’urbanista da giovane (2)

La legge urbanistica: pianificatori, decisioni e consenso La questione della legge urbanistica, delle forme strutturate di patto sociale su cui si basa la legittimazione della disciplina, si declina in vario modo nel periodo immediatamente successivo alla fine della guerra. In generale, se l’Italia si colloca in un “limbo” dove le istanze di riforma si applicano…

Ritratti dell’urbanista da giovane (1)

Nel periodo dalla ricostruzione italiana all’epoca della programmazione economica, emerge faticosamente una nuova figura culturale: il “planner”, che cerca faticosamente di distinguersi dall’architetto-urbanista del Ventennio. Cruciale è il ruolo giocato dalla pubblicistica internazionale nel formare questa nuova generazione di tecnici che, nel bene e nel male, saranno i maestri degli attuali protagonisti  Premessa È stato…

Fra un geometra e un urbanista, la differenza salta agli occhi (o no?)

Esiste un ovvio motivo diciamo così «tecnico» per cui le città storiche del passato remoto ci appaiono caratterizzate prevalentemente dai loro spazi, edifici, infrastrutture pubbliche: erano costruite infinitamente meglio di quelle private. Per due concatenate e consequenziali ragioni, pure quelle «tecniche», ovvero che da un lato i mezzi a disposizione non erano certo quelli attuali,…

Crepuscolo dell’ingegnere demiurgo

1. La crisi di Jack for all the trades «… vestivano tutti di grigio scuro, con giacche a doppio petto e regoli d’avorio nel taschino, stivaletti neri e lobbie pure nere, quasi sacerdoti di una nuova religione. Li si incontrava ovunque, circondati da un rispetto che sconfinava in reverenza. E gli ingegneri dominavano la città,…